Alla luce delle ultime due partite di campionato contro Napoli e Parma, il sogno scudetto del Milan pare essersi ormai dissolto. Ma, oltre al disicanto per una stagione che si sperava potesse regalare qualche emozione in più, la società di Via Turati deve fare i conti anche con prospettive di mercato poco floride. Infatti, al di là del solito bilancio da sanare ed equilibrare, per il mercato estivo il Milan avrà ancor meno risorse da investire. Il decreto Melandri dal 2010-2011 regolamenterà la cessione non più individuale, ma collettiva dei diritti tv, secondo un criterio che mira ad aiutare i piccoli club, distribuendo il 40% dei ricavi tra tutte le società di sere A, il 30% in base ai risultati sportivi e il restante 30%in base al bacino d'utenza. Quindi, il Milan passerà da 90 a 77 milioni l'anno, perdendo così per la prossima stagione ben 13 milioni. L'avvocato Cantamessa, legale del club rossonero, si mostra critico sul decreto:"Si prefigge l'equilibrio competitivo, il che è un controsenso nell'ambito dello sport professionistico, fondato appunto sull'obiettivo di essere più competitivi dell'avversario. Ma è attaccanile anche dal punto di vista legale, perchè introduce un sistema anomalo: in nessun altro settore dello spettacolo ci si sognerebbe di pretendere equilibrio tra aziende concorrenti. E' un sistema cubano, non occidentale". Il Milan potrebbe quindi trovarsi costretto a condurre il prossimo mercato estivo alla ricerca di giocatori in scadenza di contratto o a basso costo (vedi l'ormai certo arrivo di Yepes), proprio nel momento in cui la squadra avrebbe più bisogno di essere rinforzata.
La Repubblica