Kakà, il ragazzo che sorrideva sempre, adesso ha il broncio. Incontra Simona Ventura per un’intervista e non riesce a trattenersi: «Al Real stiamo cercando un’identità di gioco. Ma non è facile, non riusciamo a divertirci e ci dispiace». Kakà ha salutato il Milan quest’estate per approdare in una squadra di galattici. I suoi ex compagni sembravano sull’orlo di una crisi di nervi, poi è scattato la scintilla e il mondo si è capovolto. I galattici si allenano a Milanello.
Leonardo, l’ideatore del modulo «4-2 e fantasia» dal 13° posto in classifica è balzato al secondo e adesso fa vedere il calcio più spettacolare della serie A. La metamorfosi del Milan, da squadra depressa a squadra tutta sorrisi e allegria, è avvenuta gradatamente, grazie ad una serie di novità apportate dal suo giovane allenatore. Leo ha avuto la forza di cambiare completamente volto al gruppo e sono arrivati i risultati. Racconta un entusiasta Adriano Galliani: «Leonardo è stato bravissimo ad inventarsi questo nuovo modulo. L’anno scorso Pato e Dinho a sinistra si pestavano i piedi, adesso insieme funzionano benissimo: uno largo a destra, l’altro largo a sinistra».
Leonardo ha osato dove neanche Ancelotti era riuscito ad arrivare. Ha murato la difesa con Nesta e Thiago Silva, ha chiesto a Pirlo e Ambrosini di costruire un’altra diga, poi ha sfruttato il gioco sulle fasce e si è affidato agli uomini di maggiore classe. Per far allenare Ronaldinho con maggiore intensità non gli ha mai tolto dai piedi il pallone e per fargli ritrovare la concentrazione ha usato la psicologia: «Sei uno dei giocatori più forti del mondo, non puoi esserti scordato come si fa». Con Pato stesso metodo, al Borriello infortunato non ha mai fatto mancare la fiducia. E quando c’era da individuare un modello, ha scelto Nesta: «Con la forza di volontà si può ottenere tutto. Lui non ha mai mollato, prendetelo ad esempio».
Il tecnico è rimasto impermeabile ai condizionamenti e si è guadagnato la stima dello spogliatoio. L’esempio più eclatante era anche il caso più spinoso: Berlusconi voleva Dinho punta centrale, lui l’ha posizionato a sinistra. Ha ingaggiato due tattici, ha cambiato i fisioterapisti e ha iniziato a trasferire sul campo le proprie idee. Il brasiliano è riuscito nella straordinaria impresa di accontentare tutti senza perdere l’equilibrio. Dinho può anche permettersi di giocare da fermo, Pato è libero di partire palla al piede e ubriacare gli avversari, Borriello può finalizzare e Seedorf può continuare a fare il trequartista.
Il Milan è un’oasi felice e Milanello ora sembra un luna park. Galliani gongola: «Nello spogliatoio c’è una buona atmosfera ed è stato bravo Leo a crearla. Trasmette ottimismo e allegria, una caratteristica tipica delle squadre brasiliane. Il Milan del resto è sempre stato innamorato di questo tipo di calcio. Non dimentichiamoci che la prima Coppa Campioni l’abbiamo vinta con Altafini e la seconda con un altro brasiliano, Sormani».
Dal 4 ottobre in poi, tra campionato e Champions, il Milan ha inanellato 12 risultati utili consecutivi. L’attacco (compreso Seedorf) ha confezionato la bellezza 21 gol sui 25 totali realizzati. Persino Huntelaar da due settimane sembra rinato, mentre Inzaghi ha capito che deve aspettare il suo momento e ha deciso di evitare sfoghi alla Gattuso. I rossoneri vogliono continuare ad esportare il loro bel gioco anche in Europa per tenere alto il livello del calcio italiano. Per passare il turno di Champions, domani sera bisognerà superare l’ostacolo Zurigo. Ronaldinho ha recuperato dal guaio muscolare che l’ha bloccato contro la Sampdoria: Leonardo può così salvare la formula magica.
La Stampa