Nella serata degli addii al tecnico rossonero e a Zaccheroni, i bianconeri perdono 3-0. Gol di Antonini e doppietta di Ronaldinho come nella gara di andata. Maxistriscione dei tifosi contro Berlusconi e la sua politica societaria
MILANO, 15 maggio 2010 - Addio Leo, addio Zac. Sfida di abbracci e rimpianti. Ma anche di attacchi al potere. Critica pura, come il gigantesco striscione con la sentenza dei tifosi: "Presidente bocciato, assente ingiustificato". Silvio Berlusconi, ovviamente. Ma Milan-Juve è anche calcio e finisce 3-0 come nella gara di andata. Vittoria ineccepibile, ancora una volta all'insegna di Ronaldinho che realizza una nuova doppietta ai bianconeri, dopo il gol dell'1-0 di Antonini. Per la Juve è la sconfitta numero 15: non accadeva dalla stagione 1961/62.
Diego e Melo out — Leo si congeda all'insegna del tridente: Seedorf alle spalle di Pato, Borriello e Ronaldinho. Riproponendo il 4-2 e fantasia che per un bel pezzo di campionato ha illuso il popolo rossonero. Il suo marchio di fabbrica, inseguendo il sogno dei quel Brasile del 1982 da lui tanto amato. Zaccheroni invece saluta con una mossa a sorpresa: Diego e Felipe Melo dirottati in tribuna; "problemi muscolari" sostiene Zac. Salihamidzic e Marchisio giocano al loro posto. Un messaggio chiaro quello del tecnico che però deve fare i conti con la tenuta della squadra.
Uno due — E pensare che Iaquinta già al 4' potrebbe andare in gol. Bella l'intenzione, un po' meno il diagonale che si perde a lato. La Juventus prova a spvanetrae il Milan con scambi veloci, ma lasciando spazi aperti nella sua trequarti dove i rossoneri perendo le misure. La squadra di leonardo carbura lentamente fino a prendere il sopravvento, grazie alla forza penetrativa di Antonini che al 14' porta in vantaggio il MIlan. Grande l'assist di Seedorf che serve centralmnete al limite l'esterno sinsitro. Gabbati a cento all'ora Cannavaro e Zebina, il rossonero irrompe in area e batte facilmente Buffon. Il gol ha il pregio di esaltare il Milan che non si accontenta, sfruttando le clamorose praterie regalate dalla formazione bainconera. I rossoneri arrivano da tutte le parti sfruttando gli incredibili spazi regalati dai bianconeri, senza idee e un gioco in grado di impensierire seriamente i rossoneri. Al 28' arriva infatti il raddoppio, grazie a un dialogo stretto fra Pato e Ronaldinho che supera Cannavaro e infila sul primo palo.
Rassegnazione e addii — Il risultato premia il cinismo del Milan, abile ad addormentare il gioco con un possesso palla doc e l'immensa classe di Ronaldinho e Seedorf. Zaccheroni non ha intenzione di subire oltre nella ripresa e riparte con Camoranesi al posto di Salihamidzic; c'è anche Manninger al posto di Buffon, ma il portiere della Nazionale resta negli spogliatoi per un problema muscolare. Ma c'è rassegnazione in campo. La Juve non morde e quando attacca manca di convinzione. Iaquinta si danna e fa quel che può, ma annaspa nella difesa rossonera che intanto ritrova Nesta, mentre Favalli si congeda e dà il suo addio. Il Milan dal canto suo si esalta fra possesso palla e torello, per poi dilagare sulle fasce dove la Juve non c'è. Come al 22' quando Zambrotta trova i tempi per il cross. La palla finisce a Ronaldinho che trova l'angolo più lontano per il 3-0. E' l'atto finale di un controverso confronto, dominato dal Milan che omaggia e saluta Leonardo nel modo in cui è sempre piaciuto al brasiliano, contro una Juve che chiude la parentesi Zaccheroni, affondato in panchina, impotente e disorientato. E' l'atto finale anche di Dida che lascia ad Abbiati è chiude un'era di trionfi e tonfi clamorosi, comunque da applausi. Ora si volta pagina.
Gaetano De Stefano