I rossoneri martedì giocheranno in Svizzera la partita decisiva per la qualificazione agli ottavi di Champions. Nella gara di andata il tracollo a San Siro, ma da allora qualcosa è cambiato: i rossoneri volano a suon di vittorie e gran gioco
MILANO, 6 dicembre 2009 – Sembrava crisi nera. Un viaggio nell’oblio. La fine di una favola. Era il 30 settembre. San Siro, seconda giornata di Champions League. Lo Zurigo? Una passeggiata. Invece dopo soli dieci minuti Thinen intercetta un tiro rasoterra dalla bandierina e da due passi infila di tacco. Gol bellissimo nel totale blackout della difesa rossonera. Poi l’inutile assalto e la clamorosa sconfitta, sbeffeggiata anche da Mourinho. Ma da quella sconfitta al martedì che sta per arrivare qualcosa è cambiato. Il Milan la domenica successiva avrebbe faticosamente pareggiato 1-1 a Bergamo con l’Atalanta ridotta in dieci. Ulteriore segnale inquietante. Invece, il 18 ottobre, nell’intervallo di Milan-Roma, il vento avrebbe spazzato le paranoie. Giallorossi battuti 2-1 e inizio dell’avventura.
La forza di Leonardo — Il resto è storia. Un percorso straordinario: dalla magica notte di Madrid ai dieci risultati utili in campionato, esaltati da cinque vittorie consecutive. Tappe che hanno portato il Milan al secondo posto in classifica, a quattro punti dall’Inter. Merito di Leonardo che ha insistito sul suo progetto brasiliano apparso ai più come un’utopia calcistica. Ma merito soprattutto dei giocatori rossoneri che hanno rivoltato le vecchie teorie trasformandosi in esempi di sacrificio. Un esempio? Sentite Pato: “Non fa differenza, io voglio solo giocare e se lo faccio a sinistra o a destra non cambia nulla. In questo Milan mi diverto e sono felice”. Proprio vero, un percorso perfetto baciato dagli eventi. Altro esempio: Dida. Storari si infortuna e con Abbiati in recupero e Roma a corto di preparazione, tocca al brasiliano difendere i pali. Da quella notte contro Totti e compagni, passando attraverso il paperone del Santiago Bernabeu, Nelson è tornato l’imbattibile portiere rossonero.
Mosaico — Secondo esempio. Nesta. Recuperato. Bello e insuperabile come ai vecchi tempi. La chioccia di Thiago Silva. Quindi la grande idea. Il 4-2 e fantasia. Ambrosini e Pirlo centrocampisti e Seedorf alle spalle del tridente, esploso con il ritorno di Borriello. Tra Pato e Ronaldinho. Tutte tessere di un mosaico perfetto. Capace di inglobare secondo necessità l’esperienza di Inzaghi o l’esplosione quando meno te lo aspetti di Huntelaar. Gattuso dice che vuole giocare ma è infortunato. Leo gli chiede di pazientare e recuperare. Serviranno le galoppate di Rino. Possiamo giurarci.
Il brasile dell’82 — Ma alla filosofia di Leonardo che pensa al Brasile dell’82 bisogna aggiungere la forza trainante dei giocatori di fascia. Zambrotta non ha bisogno di presentazioni. Abate e Antonini meritano invece grande spazio. I due giovani rossoneri sono senza dubbio la grande novità nel gioco del Milan. Le spine nel fianco che nel gioco di Leonardo sono trampolini di lancio. A Zurigo, con “Zambro” squalificato e Oddo infortunato, le loro folate a velocità costante saranno fondamentali. Il Milan senza fare calcoli dovrà pensare solo ai tre punti. Con un gruppo così compatto, con un Seedorf in forma strepitosa, con Pato e Borriello implacabili e un Ronaldinho rinato e felice, fare bottino pieno sarà più che probabile.
Gaetano De Stefano – Gazzetta dello sport