Rossoneri inguardabili a Zurigo dove pareggiano 1-1 e chiudono al secondo posto nel girone vinto dagli spagnoli. Dominati nel primo tempo, subiscono il gol di Gajic e trovano la rete su rigore trasformato dal brasiliano al 64'
ZURIGO (Svizzera), 8 dicembre 2009 - Uno dei Milan più inguardabili della stagione (probabilmente inferiore a quello visto a Livorno) ottiene la promozione agli ottavi di Champions League grazie a uno striminzito 1-1 con lo Zurigo, ma sopratutto al 3-1 ottenuto a Marsiglia dal Real Madrid che vince il girone. Dominati nel primo tempo e sotto di un gol, i rossoneri agguantano il pari al 64' con un rigore trasformato da Ronaldinho, assegnato per un fallo su Borriello di Rochat, espulso dall'arbitro portoghese Proenca.
Thiago Silva k.o. — Leonardo aveva promesso faville con il suo modulo preferito e la velocità sulle fasce di Abate e Antonini. Di fronte c'era lo Zurigo. Sempre lo stesso; quello che vinse all'andata 1-0. Settimo nel campionato svizzero a dieci squadre. Ma è stato il Milan a essere diverso. DIverso da quel 30 settembre, ma anche diverso da quello ammirato sabato contro la Sampdoria. E' infatti insospettabile il primo tempo dei rossoneri che partono con passo disinvolto e un ritmo inadatto per un torneo come la Champions League. L'atteggiamento del Milan è un pugno nello stomaco. Inprobabile e sprovveduto che al 20' deve anche fare i conti con l'infoertunio di Thiago Silva, impareggiabile spalla sinistra di Nesta. Entra Kaladze e non è certo una festa.
Fattore sorpresa — Dopo avere cercato il gol con Pato, il Milan per poco non subisce quello dello Zurigo con Nikci: bel sinistro di poco a lato. I rossoneri si fanno imbrigliare dalla pochezza delll'avversario che con il passare del tempo prende coraggio e prova a spventare cotanto avversario. Lo scocnerto è tiale perché, eccetto Dida e Nesta, e il tentativo di Abate e Antonini di cercare spazi sulel fasce, la sqidar di Leonardo è assente a centrcoampo. Seedorf non riesce a dialogare con onaldinho, mentre Ambrosini, evidentemente non al meglio, fatica e perde molte palle. Troppo gli errori in fase di rimessa e per lo Zurigo tutto diventa facile. Incredibile la capacità del Milan di trasformare lo Zurigo in Barcellona; sorpredente la facilità con cui sgli svizzeri arrivano davanti a Dida
Sconcerto totale — Al 25' Alphonse spreca malamente in tribuna solo davanti a Duida, mentre Kaladze arranca alle sue spalle. Segnale evidenti, sirene spiegate. IL gol infatti arriva puntuale al 30. Su punizione: un capolavoro di Gajic che si infila nel sette alla destra di Dida. Meritatissimo. E potrebbero essere due, perché al 35' Okonkwo libero al limite obbliga DIda alla prodezza. E dilagano le paure. Pareggiare potrebbe anche non bastare e con l'eliminazione che penzola come una spada di Damocle sulla sua testa il Milan prova a rialzare la testa nella ripresa che inizia senza cambi.
Fattore borriello — Con quattro giocatori in difesa e cinque a centrocampo, lo Zurigo chiude le porte al Milan che però guadagna molti metri. Al 5' potrebbe anche pareggiare, ma Leoni in tuffo allunga la mano e dice di no al bellissimo tiro angolato di Ronaldinho. Ma è evidente, pur dominando nel possesso palla, l'assenza di lucidità e continuità nel gioco. I rossoneri poi sono costretti a rinunciare ad Ambrosini, vittima nei giorni percedenti al match di una colica. Il capitano molla il colpo e lascia a Flamini. Triste, anche se costantemente in attacco, il Milan trova il pareggio al 19'. Borriello che si appresta a tirare dall'altezza del dischetto, viene steso da Rochat. Rigore ineccepibile e cartellino rosso per lo svizzero. Ronaldinho implacabile infila alla sinistra di Leoni. La superiorità numerica potrebbe spalancare le porte ai rossoneri, ma la stanchezza non gioca a favore del Milan. Con le orecchie tese su Marsiglia, Leonardo regala gli ultimi minuti a Inzaghi che rileva Borriello, poco incisivo, ma allo stesso tempo decisivo in occasione del rigore. Il 3-1 di Cristiano Ronaldo al Velodrome riappacifica gli animi e con le certezza degli ottavi in tasca i rossoneri concludono al piccolo trotto. Agli ottavi servirà bel altra prestazione.
Gaetano De Stefano - Gazzetta dello sport