Due minuti hanno cambiato la classifica del Milan e la considerazione del calcio italiano nei confronti di Klaas Jan Huntelaar. Gli americani lo definiscono garbage time, cioè tempo spazzatura, da noi si chiama recupero. Per il Milan e per il cacciatore biondo non è stata affatto spazzatura. In quell'extra time al Massimino c'è un tulipano che rifiorisce, una risorsa in più, una prospettiva nuova per il Milan che verrà. Clamoroso al Cibali: Huntelaar non è un bidone. Galliani fa quello che lo ha sempre saputo. Il mondo sembra rovesciato di colpo: ora la media gol premia Huntelaar, è quasi un testa a testa con Borriello. Ma chi ritiene che le gerarchie siano destinate a cambiare, sbaglia di grosso. L'olandese rimane un tipo di attaccante con caratteristiche ben precise. Dice bene Galliani: rende e segna se la squadra lo assiste in un certo modo. Quel modo, che è fatto di presenza costante nella metà campo avversaria e di cross a profusione da fondo campo, non è il modo nel quale si esprime il Milan. La prodezza di Catania probabilmente avrà dato la scossa al bomber orange, ma è lui a doversi adattare al Milan, non il contrario. E non gli regalerà certo un posto da titolare. Però è vero che tutto ciò che Huntelaar aveva mostrato prima del finale di Catania-Milan va perlomeno interpretato. Le disastrose comparsate del bomber avevano coinciso con le infruttuose sperimentazioni tattiche di Leonardo e con gli stenti di tutta la squadra. Ad oggi dal secondo tempo di Milan-Roma, lo spartiacque della stagione rossonera, Klaas Jan Huntelaar ha avuto spazio solo e soltanto per 66 minuti su 612. E' un giocatore come minimo rivedibile.
Telelombardia - www.qsvs.it
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