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giovedì 11 marzo 2010

Berlusconi: «Milan, piango e ci metto il grano...»

Il presidente del Milan commenta così l'eliminazione dei rossoneri dalla Champions League

MILANO, 11 marzo - Leonardo aveva invocato un Milan "globale", e invece a Manchester è andata in scena solo una disfatta globale. Ci sono attenuanti per gli infortuni e le responsabilità del crollo sono da attribuire a tanti fattori ma la squadra rischia di subire un pesante contraccolpo per l'eliminazione dalla Champions League e le quattro sberle incassate in eurovisione da Rooney e soci. Piange qualche tifoso di questi tempi. «Io piango ma ci metto anche il grano...», ironizza il patron Silvio Berlusconi che ieri sera ha spento la televisione dopo il raddoppio di Rooney, proprio mentre a Manchester diventava chiaro a tutti come fosse ormai evaporata la forza del gruppo di imporsi nelle grandi sfide, tutte perse quest'anno tranne quella di Madrid. Questa caduta ha il sapore della fine definitiva di un'epoca, aperta proprio all'Old Trafford con la vittoria della Champions del 2003. Dopo il 2-3 dell'andata, la qualificazione era davvero un'impresa, ma la facilità con cui i rossoneri si sono arresi ai Red Devils è più grave dell'addio all'Europa e mette in dubbio il dna da Champions rivendicato dal club di via Turati. Contenere i danni a Milano avrebbe permesso di gestire meglio al ritorno le assenze di Pato, Nesta, Antonini e l'infortunio di Bonera nel primo tempo. Ma ci voleva tutta la squadra abile e arruolata per ribaltare il 2-3 del Meazza. «Troppi problemi per realizzare un'impresa», ha concluso Leonardo, che di certo ha mal digerito il fatto di dover improvvisare la retroguardia a poche ore dal match. E infatti la posizione del dottor Massimo Manara e del suo staff medico non sembra solidissima.

INFORTUNATI
- A Milanello c'è chi si chiede come mai non sia stato segnalato per tempo che Nesta, Antonini e lo stesso Bonera non fossero in grado di giocare una partita così importante visto che gli acciacchi dei tre non erano novità dell'ultima ora. In particolare Nesta, che da diverso tempo è alle prese con dolori al ginocchio destro. Lo staff medico rossonero ha escluso lesioni a menisco e tendini ma non si tratta di una cosa da poco, però, visto che domani si farà visitare a Roma dal professor Mariani e già si ipotizza un lungo stop che rischia di azzerare le chance di vedere Nesta al Mondiale. Eppure Leonardo avrebbe saputo solo ieri mattina che il suo forfait era definitivo. Ma le responsabilità sono diffuse. Kaladze e Oddo potevano essere aggregati alla trasferta per precauzione, due posti in più in albergo non sono uno spreco in questi casi. Qualche scelta tattica è stata poco fortunata. Seedorf o Beckham potevano alleggerire il compito di Pirlo, braccato dai mediani del Manchester. E l'attacco ancora una volta è andato a secco in un match in cui era obbligatorio segnare. In generale, questo Milan non può dipendere da Ronaldinho come dipendeva da Kakà, e non è in grado di reggere il ritmo a cui giocano le migliori squadre europee. Al contrario di quanto pensano al Real Madrid, il Manchester dimostra che non servono undici fenomeni in campo, ma giocatori con una chiara idea di gioco e la capacità di correre con intensità che nella serie A italiana si vede piuttosto di rado. E infine serve tirare in porta, statistica in cui i rossoneri sono all'ultimo posto rispetto alle 16 squadre arrivate agli ottavi di Champions. Su internet gran parte dei tifosi assolve Leonardo: con ciò che aveva, di meglio non poteva fare, la tesi più diffusa.

LE ACCUSE
- Adriano Galliani e la società, sono ancora una volta i principali imputati nelle discussioni sui forum rossoneri, dove molti si dicono stufi di sentire l'ad giustificarsi con la fiscalità e gli stadi che in Italia rendono meno che all'estero. Galliani, da parte sua, rientrando nella notte a Malpensa provava a smorzare la delusione pensando a quando il Milan nel 2004 si rialzò da una botta simile, il 4-0 con eliminazione ai quarti contro il Deportivo, e arrivò primo in campionato. «Vedrete che sarà come dopo La Coruna, ora vinciamo lo scudetto». Domenica contro il Chievo, però, si vedrà subito quanto duro sarà il contraccolpo.

Corriere dello sport