E venne la notte del Manchester United. Al quinto tentativo l'armata inglese demolisce il tabù di San Siro e del Milan e si regala un 3 a 2 che equivale a una gran fetta di qualificazione dopo i primi 90 minuti. Disintegrato, nella ripresa, il Milan spumeggiante ammirato nei primi 30 minuti, fino a quando dura la carica migliore e regge il talento straordinario di Ronaldinho. In gol col brasiliano, i rossoneri rischiano di incenerire il Manchester sfiorando più volte il bersaglio (strepitoso Van der Sar nell'opporsi). Alla prima difficoltà (infortunio ad Antonini), gli inglesi pareggiano il conto dopo aver sofferto le pene dell'inferno e la maggiore vivacità dei berlusconiani. Lo fanno con Scholes prima che Rooney monti in cattedra e rifili l'uno-due che ammutolisce San Siro e ricaccia indietro la vecchia razza padrona dell'Europa del pallone.
Cede di schianto e fisicamente il Milan, dividendosi in due tronconi ma cede anche perché Ferguson nel frattempo provvede a liberare la corsia di destra da Nani, pallido e inoffensivo, per affidarla a Valencia che riesce a fare fettine del malcapitato Favalli. Naturalmente Dida non fa niente di significativo per evitare simile castigo che nel finale (con Seedorf, suo il gol del 2-3, e Inzaghi lanciati nella mischia a sconfitta maturata) può assumere anche dimensioni umilianti. Da segnalare, perché è giusto così, e da salvare Ronaldinho: da solo si batte come un leone contro il Manchester e prova pure a sbranarlo come promette nella prima fase. Quando Dinho si fa da parte, tocca a Rooney catturare la scena e far capire a Nesta e soci che è lui il più forte della compagnia: si può sedere allo stesso tavolo di Messi, Cristiano Ronaldo e Kakà. Da godere gli ultimi cinque minuti della sfida, palpitante fino ai titoli di coda con il sigillo di Seedorf appena entrato, il tentativo di Pippo Inzaghi e la resistenza degli inglesi, pronti a fare quadrato davanti al loro portierone.