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mercoledì 3 febbraio 2010

Ronaldinho, arriva la licenza di baldoria?

Ronaldinho batte Adriano, 75 mila euro a 40 mila. Ci fosse un campionato delle spese folli, i brasiliani di Milan e Inter sarebbero da scudetto e la recessione economica lascerebbe il posto all’euforia di una nuova Milano da bere. Un anno e mezzo fa il re della notte era l’interista Adriano, ora che è tornato in Brasile il testimone è passato al dentone rossonero. Ronaldinho frequenta gli stessi locali che piacevano al suo connazionale e pure lo stesso albergo, dal quale, guarda caso, sono uscite con la stessa leggerezza le somme spese dai due brasiliani per le loro notti allegre.


Adriano riusciva a sperperare 40 mila euro a settimana in vizi, che diventavano perciò una «tassa mensile» di 160 mila euro. Dinho, invece, secondo quanto riporta il «Corriere della Sera», ha investito 75 mila euro per tre notti in una suite. La notizia ha creato imbarazzi perché le scorribande sarebbero avvenute a ridosso del derby con l’Inter, dove Dinho non ha fatto certo una bella figura, sbagliando anche un rigore. Il Milan non è rimasto certo sorpreso perché, dai tempi del Barcellona, è nota la passione del ragazzo per musica brasiliana, belle donne e divertimento. Silvio Berlusconi in estate s’inventò il «giuramento del tavolino» per convincerlo a cambiare stile di vita, ma con scarsi risultati. Dinho giurò davanti ai compagni di fare vita «casta», ma pochi giorni dopo si fece sorprendere ad una festa latino-americana.

Da allora il Milan e Leonardo decisero di adottare la politica della tolleranza, chiedendo cioè al ragazzo di partecipare alle feste lontano da gare ufficiali e di evitare locali pubblici dove sarebbe stato immediatamente riconosciuto. Nonostante una serie interminabile di consigli, su chi frequentare e dove non andare, Dinho ha di nuovo sgarrato. La maggior parte delle volte si è limitato a ballare e suonare il bongo a casa sua, nella grande villa di Galliate Lombardo, sul lago di Varese; altre volte ha affittato locali, come l’Onda Anomala per mangiare churrasco con altri calciatori tra cui l’interista Maicon. Difficile invece intercettarlo in qualche privé della movida milanese come il Tocqueville o l’Hollywood. Galliani, che ha una rete fittissima d’informatori, l’avrebbe stanato in tempo reale.

Ronaldinho, comunque, non sembra preoccuparsi molto delle reazioni della società, che lo paga 6 milioni l’anno. E di tanto in tanto ci ricasca. L’ultima baldoria era stata dopo Juve-Milan in un ristorante torinese, ma in quel caso, nessuno disse niente perché in mattinata non c’era allenamento e il tutto era avvenuto poche ore dopo un’importante vittoria, benedetta da una sua doppietta. Se Ronaldinho rende in campo, non ci sono problemi. I compagni di squadra, ormai, si sono abituati a vederlo girare assonnato nello spogliatoio. Lo stesso Leonardo raccontò: «Dinho deve essere grato alla squadra perché quando ha sbagliato non è stato scaricato, ma ha ricevuto tanti abbracci».

La politica dell’amore fino a dieci giorni fa aveva prodotto gol (11 tra campionato e Champions) e buone prestazioni. Il derby perso contro l’Inter, l’uscita dalla Coppa Italia e il pareggio contro il Livorno hanno riportato la bufera. Galliani non ha annunciato provvedimenti: «Sono affari interni al Milan», ha detto ieri. La società ha la possibilità di rivolgersi al collegio disciplinare della Lega Calcio per avere l’autorizzazione a multare un suo tesserato. Tre giorni di ritardo a Adriano costarono il massimo della pena, ovvero il 30% di trattenuta sullo stipendio mensile lordo. Ronaldinho guadagna quasi 1 milione lordo al mese e quindi rischia di rimetterci 300 mila euro. Chissà se anche in questo caso prevarrà la politica dell’amore, ovvero, la scelta di devolvere la cifra in beneficenza.

La Stampa