Luca, dalla sconfitta di Genova il Milan è fuori dalla corsa Scudetto, e si possono già trarre le prime considerazioni anche a campionato non ancora finito. Un tuo parere sulla stagione?
“Viste le premesse di inizio campionato giudico positivamente la stagione del Milan. Peccato per le numerose occasioni sprecate nei momenti decisivi. Va comunque ammesso con onestà che le qualità delle rose di Inter e Roma erano nettamente superiori”.
Motoristicamente parlando, Leonardo si è rivelato un pilota di razza a bordo di una macchina con troppi km nel motore?
“Bella domanda. Certo, Leonardo mi ha sorpreso sotto il profilo prettamente tecnico. Umanamente parlando è una delle persone più gradevoli nel mondo del calcio, poi, come allenatore , ha avuto intuizioni notevoli visto il ‘motore’ dal chilometraggio troppo lungo a disposizione”.
Se davvero il mister carioca dovesse partire, avanti con la linea del “Milan ai milanisti” (Galli,Tassotti, Van Basten), oppure serve linfa esterna (Allegri, Lippi)?
“Vista la situazione e l'impossibilità di competere con i grandi club a livello di budget andrei avanti con la linea Milan”.
Il Milan che verrà sarà nuovamente una fuoriserie, o è destinato a trasformarsi inesorabilmente in un’utilitaria persa nel traffico di metà classifica?
“Con l'aria che tira metterei la firma su stagioni come quella di quest'anno. In Europa il Milan è poi capace di qualsiasi cosa”.
Il mondo del calcio, al pari di quello dei motori, almeno verbalmente sta provando a intraprendere una strada economicamente virtuosa. Il Milan, con la cessione di Kakà, sembra averla imboccata pienamente: è una mossa per perseguire il fair play finanziario paventato da Platini, o al contrario si tratta di un chiaro segnale di disimpegno da parte della proprietà rossonera?
“E' un segnale verso una forma di calcio sostenibile. Nella gestione 2009 il Milan ha ridotto sensibilmente le perdite, cosa che non hanno fatto altre grandi squadre europee che senza l'immissione di centinaia di milioni di euro da parte della proprietà rischierebbero il fallimento. In un momento economico così difficile considero oculata la politica della Fininvest che deve pensare a migliaia di dipendenti. Si tratta di un esempio che prima o poi dovrà essere seguito dalle altre squadre. Non si può continuare a far finta che la crisi non esista”.
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