Borriello porta in vantaggio i rossoneri nel primo tempo. Nella ripresa, all'8', Bonera viene espulso per fallo da rigore su Cassano che trasforma dal dischetto. Al 92' l'attaccante segna il 2-1 e porta i blucerchiati in paradiso
GENOVA, 18 aprile 2010 - Il Milan alza bandiera bianca e abbandona ogni proposito di scudetto. La sconfitta contro la Sampdoria è il lasciapassare a Inter e Roma che si contenderanno la volata finale per la conquista del tricolore. Ma la vittoria dei blucerchiati coincide anche con il pareggio del Palermo e con la conquista in solitario del quarto posto Champions. Di Borriello il primo gol della giornata; di Cassano il pareggio su rigore, provocato da Bonera che commette fallo sullo stesso Cassano e viene giustamente espulso. Nonostante l'handicap il Milan potrebbe riportarsi in vantaggio, ma è Pazzini in pieno recupero a consegnare i tre punti alla Samp.
Pressing e velocità — Tra sogni e obiettivi, Delneri si affida a Cassano, l'uomo della differenza. Con Pazzini lì davanti per scardinare la difesa del Milan. Rabberciata e ancora una volta improvvisata. Saltati, nell'ordine, Nesta, Favalli e Kaladze, tocca a Bonera affiancare Thiago Silva. Delneri preferisce Guberti e Poli a Mannini e Tissone. Leonardo, Mancini a Huntelaar. Due idee in comune: pressing e velocità. Da una parte il 4-4-2, dall'altra il 4-3-3. Samp e Milan decidono infatti di coprirsi sulle fasce.
il solito borriello — Le corsie laterali sono quelle predilette da Delneri che ordina ai suoi di pressare alternando Zauri e Semioli da una parte, Guberti dall'altra. Ziegler, infatti, è costretto a coprire in difesa per non lasciare spazi a Mancini. Ma è troppo lezioso il Milan per impensierire una Samp rocciosa che bada ai fatti e con un forcing costante mette sotto la difesa rossonera. Ma al primo vero affondo a passare è la squadtra di Leonardo. Mancini al 20' calibra un'ottima palla dalla bandierina per la testa di Borriello. Micidiale il colpo con la palla che si insacca a fil di palo alla sinistra dell'ex Storari. Borriello corre ad abbracciare Leonardo. Gesto appassionato che sintetizza tutto l'amore della squadra per il tecnico brasiliano che ha tutte le intenzioni di tornaresene a Rio de Janeiro.
Samp all'attacco — Il Milan, sornione, potrebbe raddoppiare altre due volte. Prima con Mancini che a porta vuota, dal dischetto del rigore mette incredibilmente in tribuna, e poi con Seedorf che cicca nel tentativo di girare al volo, con la porta spalancata. La Samp reagisce e assedia il Milan collezionando angoli e occasioni. Dida ci mette del suo parando il possibile e in un paio di occasioni a mancare è la mira, come uno splendido colpo di testa di Cassano che quasi accarezza la traversa. E' il barese il punto di riferimento, mentre Pazzini non trova il guizzo e gli spazi necessari. Fuori registro, invece, Ronaldinho e Seedorf, poco incisivi e troppo lenti in fase di costruzione.
Ci pensa Cassano — All'inizio della ripresa, il giallo a Borriello che, diffidato, dovrà saltare il Palermo, è un segnale inquietante. Nell'ennesimo affondo, Bonera commette un fallo ingenuo su Cassano. Rigore ineccepibile e rosso per il difensore. Antonio segna e Leonardo toglie Mancini e lo sostituisce con Oddo per rinforzare la difesa. Al Milan non resta che tenere i ritmi bassi. Nel possesso palla i rossoneri fanno la differenza e nonostante l'inferiorità numerica sfiora due volte il 2-1. Prima al 22' con Gattuso che solo davanti a Storari si fa respingere il pallone, poi al 25' con Borriello che servito magnificamente da Ronaldinho calcia mollemente e spreca il sontuoso diagonale di un paio di metri.
Meglio in dieci ma... — Il Milan, insomma, gioca meglio in 10 e lo dimostra ancora al 30', quando Ronaldinho, servito da Seedorf, dal limite sfiora il palo alla sinistra di Storari. La Samp soffre anche con gli innesti di Mannini e Tissone (fuori Guberti e Poli), ma è iinevitabile la stanchezza dei rossoneri che si dispongono in trincea, perché proprio nel finale la Samp si risveglia. Prima Zambrotta salva sulla linea sul tiro di Tissone, poi Dida blocca la palla sulla linea. Ma non può nulla al 47' quando Pazzini vola più in alto di tutti e infila il 2-1. Marassi sogna. La Champions è sempre più vicina.
Gaetano De Stefano