Tagli alle spese, autofinanziamento, tetti salariali. La gestione del Milan prosegue all’insegna dell’austerity come martedì Marina Berlusconi ha spiegato. La primogenita del patron milanista, n. 1 di Fininvest, ha dettato la linea da seguire: «Le società di calcio non si possono sottrarre alle regole della buona gestione, puntando all’equilibrio costi-ricavi ed evitando di fare follie, come deve fare ogni società. In ogni caso, non decido io».
Una piccola mossa per ridurre i costi è già prevista. La dirigenza milanista sta pensando di togliere il bonus legato all’affitto della casa dei giocatori. I nuovi acquisti verranno invitati ad accettare le proposte a disposizione di Milan Real Estate (appartamenti di proprietà del Milan, per i quali i rossoneri che vi risiedono versano solo le spese condominiali e un affitto simbolico). Nel residence a due passi dallo stadio per esempio ancora abitano i genitori di Kakà, beneficiando dell’appartamento che spetterebbe al figlio minore Digão, ora al Crotone in prestito. Quindi per il futuro o i milanisti abiteranno in case che sono già della società o provvederanno completamente di tasca propria a pagare le dimore di gradimento.
Insomma sul pianeta Milan l’umore non è dei migliori: martedì su Facebook alcuni rossoneri delusi hanno fondato il gruppo «Berlusconi via dal Milan». Inveiscono «contro il mercato al risparmio, contro i parametri zero ultratrentenni, contro questoMilan che di glorioso non ha più nulla». In serata Fininvest ha replicato: «Ricordiamo che dal 2005 al 2009 il Milan ha investito per la sua rosa di giocatori 237 milioni di euro. Questa politica è stata resa possibile dal decisivo sostegno di Fininvest, che dal 2003 a oggi ha immesso nella società anche nuove risorse finanziarie, sotto forma di aumenti di capitale, pari a circa 220 milioni di euro». La Fininvest ha smentito ogni ipotesi di cessione della società «confermando l’obiettivo di aggiungere nuovi traguardi a quelli che hanno fatto del Milan la squadra più titolata al mondo».
Corriere della sera