«Mio figlio non è uno che cambia idea»
MILANO— Se avesse accettato la proposta indecente di Adriano Galliani e di Leonardo, avrebbe rischiato di giocare già domenica a Marassi incrociando sguardi e scarpini con Pazzini e Cassano. Ora che Favalli— dopo essere uscito domenica pomeriggio dal campo con i crampi— non è almeglio, che Kaladze dopo una settimana di superlavoro ha un tendine d’Achille infiammato e che per Bonera non si conosce con precisione la data del rientro in campo (è fuori dalla gara di Old Trafford con il Manchester United per un problema muscolare), il 42enne pensionato Paolo Maldini avrebbe ancora trovato spazio in questo Milan privato di Alessandro Nesta. Nel secondo tempo della gara con il Catania per emergenza è stato arretrato al centro della difesa Massimo Ambrosini. Chissà se l’a.d. rossonero in tribuna o Leonardo in panchina hanno rimpianto il no alla loro offerta opposto due settimane fa dall’ex numero 3 rossonero. «Ma Paolo è una persona seria: quando dice una cosa è quella. Non cambia idea» afferma Cesare Maldini, papà della leggenda che vanta 902 presenze con la maglia del Milan.
Suo figlio le ha chiesto consigli prima di dare una risposta alla società cui è stato tanto legato?
«Paolo è abbastanza grande. Da anni fa tutto da solo e devo dire che le sue scelte sono sempre giuste».
D’accordo, ma con i familiari più stretti si sarà pur confidato. Non vi ha chiesto un parere?
«Certo, parla con noi, ma poi è testardo, decide lui».
E secondo lei la sua risposta alla fine è stata sofferta?
«Ma no, secondo me ha fatto bene. Non stiamo parlando di un giocatore che ha smesso dopo 20 partite. Lui aveva lasciato il calcio dopo centinaia e centinaia di gare. Il suo addio era stato festeggiato in tutte le parti d’Europa e del mondo. Ovunque gli hanno reso omaggio. Ora penserà a un nuovo lavoro».
Secondo lei cosa farà? Ormai sta terminando l’anno sabbatico che si voleva concedere...
«In questi mesi si è dedicato alla famiglia e ai bambini. Li porta a scuola, li accompagna agli allenamenti. È un padre modello, sa?».
Insomma, vuol dire che Paolo nell’estate del 2009 ha smesso non solo fisicamente ma anche con la testa...
«Gliel’ho già detto: una persona seria quando prende una decisione non torna indietro. L’ha dimostrato anche con la nazionale quando dopo il Mondiale del 2002 era ancora richiesto in azzurro. E poi c’è un altro fattore».
Cioè?
«Dopo tutte quelle feste che gli sono state fatte quando ha concluso la carriera, come faceva a tornare indietro?».
Però nella sua ultima apparizione a San Siro non è che sia stato tanto omaggiato...
«A Firenze, nell’ultima partita di campionato, è stata una cosa grandiosa. A San Siro il trattamento durante Milan-Roma è stato una vergogna».
Pare di capire che lei al suo posto si sarebbe orientato allo stesso modo?
«Paolo ha iniziato una nuova vita, si gode i figli. Non è questione di forma fisica: una persona seria non torna sui propri passi».