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martedì 13 aprile 2010

Milan, proposta indecente a Maldini: 'Torna a giocare'

Dieci mesi dopo l’addio, il capitano rossonero è stato vicino al rientro in squadra.
La proposta indecente del Milan: "Maldini, torna a giocare con noi".
Due settimane fa la richiesta: "Mancano 7 partite, ci dai una mano?".

A volte ritornano. A volte no. Paolo Maldini, 25 anni di carriera alle spalle, una bacheca piena di trofei, una figura ammirata universalmente da tifosi e avversari, una presenza tuttora preziosa nei corridoi milanisti, è stato a un passo dal ritornare in campo con la maglia del Milan dopo il travagliato addio al calcio del maggio scorso. Incredibile? Forse. Due settimane fa esatte, Adriano Galliani e Leonardo, preso atto che l’infortunio di Alessandro Nesta (operato il 15 marzo scorso al tendine popliteo e al menisco esterno del ginocchio destro) non si sarebbe risolto prima della fine del campionato, preoccupati per la moria di difensori centrali (anche Bonera non è ancora rientrato in campo dopo l’infortunio muscolare alla gamba patito nella gara di Champions di Manchester), costretti a lavorare più con la fantasia che con il portafogli hanno chiamato il leggendario numero 3 rossonero. «Paolino, mancano 7 gare alla fine del campionato. Siamo in corsa per vincere il titolo, te la senti di partecipare alla volata scudetto?».

Pare che l’ex capitano sia trasecolato, onorato dalla proposta, ma stupito per il coinvolgimento dopo oltre 10 mesi di inattività. Non solo con il carisma e la personalità si possono affrontare avversari come Cagliari, Catania, Sampdoria, Palermo, Fiorentina, Genoa e Juventus. È vero che in questo periodo di inattività si è mantenuto in forma giocando a calcetto con gli amici o tirando di boxe in palestra, ma da qui ad avere la condizione necessaria per fermare attaccanti come Cassano, Miccoli, Gilardino o Amauri corre una certa differenza. Davanti alla proposta indecente Paolo si è preso 24 ore di riflessione ma poi, consultatosi anche con la famiglia, ha declinato l’invito probabilmente convinto che dopo quasi un anno trascorso senza adeguati allenamenti sarebbe andato incontro solo a brutte figure. A poco è servita la mozione degli affetti di Leonardo che in questa stagione spesso ha ricordato l’importanza del personaggio Maldini (invitato nello spogliatoio prima della sfida di coppa con il Real Madrid, ad esempio). Il tecnico brasiliano considerava e tuttora reputa fondamentale la presenza dell’ex campione 42 enne aMilanello non solo sotto il profilo agonistico ma pure sotto quello umano per l’esempio e la grinta che trasmette a tutto il gruppo.

Il contatto (non smentito da Adriano Galliani) fra il Milan e la sua ex icona non è altro che l’ennesima conseguenza dell’autofinanziamento del club rossonero: una volta, quando il Milan era l’attività che rappresentava il fiore all’occhiello dell’impero berlusconiano, il Cavaliere investiva ingenti somme di denaro. Ora che il presidente, distratto dalla politica e dissuaso dai figli a dedicare quattrini ed energie al calcio, ha smesso di rivolgere le proprie attenzioni alla squadra, in via Turati si deve lavorare con l’immaginazione per cercare di stare al passo della corazzata di Moratti. Di certo l’offerta avanzata due settimane fa a Maldini rappresenta un significativo passo in avanti nel favorire il disgelo dei rapporti fra i vertici rossoneri e l’ex capitano. Sempre disoccupato e sempre in cerca di un impiego (ma dietro una scrivania, non in tuta).

Corriere della Sera