Non tanto la panchina della Seleçao, ruolo per cui la CBF non ha però ancora trovato un acquirente, ma un ruolo di potere nell'organizzazione dello storico Mondiale 2014, che in Brasile preparano dal 2004: per Leonardo, l'eventuale addio al Milan si fa ogni giorno più probabile, ma non per motivi di mercato o frizioni con il Presidente Berlusconi, ma per ragioni di opportunità. La Coppa del Mondo manca dal Brasile dal 1950, dal Sudamerica dal 1978: la Nazione di Lula ha bisogno di lanciare messaggi importanti al panorama sportivo mondiale, anche in vista delle Olimpiadi di Rio De Janeiro 2016. Ecco perchè pensare a Leonardo, uomo di carisma ma soprattutto che ha sempre sognato di diventare un dirigente, più che un allenatore: Dunga ha già ufficializzato il suo addio alla Seleçao e la sua successione sarebbe ugualmente un ruolo storico (al momento, il ritorno di Scolari sembra il più probabile), ma un ruolo "alla Havelange" spalancherebbe a Leonardo una carriera completamente nuova, quella tanto sognata, capace anche di indirizzarlo verso un futuro politico, panorama a cui, fonti vicine all'allenatore rossonere confermano, Leo ambirebbe in un futuro a lungo termine. Le perplessità riguardano i sentimenti: il Milan, che da 13 anni è la sua vita e verso cui c'è enorme riconoscenza, e la vita privata, ormai ben radicata a Milano.
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