Addio Milan. Firmato: Leonardo. Ormai appare vicina la decisione del tecnico brasiliano che non sopporta più le frequenti «picconate» di Berlusconi. L’ultima («I nostri attaccanti giocano troppo lontani dalla porta, come li facciamo i gol così?») di mercoledì scorso ha fatto male almeno come le altre. Prima fra tutte (non in ordine cronologico) quella manifestata subito dopo la sconfitta casalinga con il Manchester United (16 febbraio, 2- 3 a San Siro). «Il Milan è una gran bella squadra, se la facessero giocare bene...» disse il presidente rossonero, scatenando l’ira del suo allenatore. A questo punto lo stesso Leonardo potrebbe accelerare i tempi delle sue decisioni (un divorzio più o meno consensuale) se, come appare probabile, il destino del Milan fosse definito in anticipo rispetto alla fine del campionato (16 maggio). L’obiettivo minimo della stagione (la qualificazione diretta alla Champions League) potrebbe essere centrato già entro fine aprile. Il Milan, attualmente terzo in classifica, ha 12 punti di vantaggio sul Palermo che avrà la possibilità di attaccare direttamente i rossoneri domenica 25 nello scontro diretto in programma al «Barbera». Se in quella data i rossoneri avranno raggiunto la matematica certezza del terzo posto e se, soprattutto, non saranno più in lizza per lo scudetto ci sarà già una chiara e precisa resa dei conti. Questo anche se ieri, in occasione dell’assemblea di Lega, l’ad Galliani ha tentato di stemperare i toni mettendo in dubbio la veridicità delle frasi attribuite a Berlusconi. «Non è mia abitudine commentare le parole del presidente. E poi sono frasi riportate da qualcuno che le ha sentite da qualcun altro e io non posso commentare», ha puntualizzato il plenipotenziario di via Turati.
RISPARMIO - Ma già in altre occasioni le cene di metà settimana a Palazzo Grazioli con deputati e senatori del Pdl avevano innescato le più o meno ironiche critiche del numero uno rossonero. Adesso, però, Leonardo sembra davvero destinato a passare la mano. Nonostante lo stesso Galliani ieri abbia ribadito: «Leonardo sarà l’allenatore del Milan anche il prossimo anno». Ma l’unica garanzia che può avvalorare questa tesi è rappresentata dalla scadenza dell’attuale contratto (30 giugno 2011) del tecnico brasiliano. Che, giustamente, non tollera gli attacchi del suo presidente in virtù di una doppia campagna-acquisti che, in questa stagione, ha portato a Milanello solo due elementi di valore: il difensore Thiago Silva e l’attaccante Huntelaar. In vista della prossima si prospettano operazioni solo ed esclusivamente low cost nonostante il bilancio, che verrà approvato il 23 aprile dall’assemblea dei soci, sarà finalmente molto vicino al pareggio. Leonardo non si sente di affrontare un’altra annata agonistica al risparmio e ricca di incognite. E poi non bisogna dimenticare che è affascinato dalla possibilità di poter tornare in Brasile, già da luglio, o per prendere il posto del cittì Dunga alla guida della Seleçao oppure come super- manager dell’organizzazione dei Mondali 2014.
Corriere Dello Sport