L'olandese prende il posto di Flamini all'84' e quando lo 0-0 sembra servito, ecco l'uno-due al 93' e al 95'. I rossoneri scavalcano la Juventus ma l'Inter è ancora 7 lunghezze avanti
CATANIA, 29 novembre 2009 - Il calcio è follia. Catania-Milan basta e avanza. Mentre i rossazzurri già pregustano la conquista di un punto d'oro con i rossoneri, in pieno recupero, nella più brutta partita della quattordicesima giornata, Klaas-Jan Huntelaar, inserito all'84' al posto di Flamini, infila una doppietta da favola catapultando così la formazione di Leonardo al secondo posto, a sette lunghezze dall'Inter. Fino a quel momento erano prevalsi ritmo blando e tatticismo; viatico per il classico 0-0 che ai padroni di casa avrebbe fatto comodo.
Compagni di scuola — Gianluca Atzori e Leonardo sono stati compagni di scuola al corso di Coverciano per diventare allenatori. Del calcio hanno la stessa visione: velocità applicata alla manovra offensiva. Poi dipende dai giocatori che hai in mano. Ma il tecnico del Catania, pur con molte precauzioni, non si fa spevantare dal colosso e schiera un tridente con Morimoto avanzato rispetto a Mascara e Martinez. L'ordine è chiaro: correre e sfruttare il più possibile il contropiede. Il Milan va invece sulla sua strada: il solito 4-2-1-3 con le varianti Abate e Flamini: il primo in difesa al posto di Oddo, il francese per Pirlo, squalificato.
La noia — Tema ben chiaro quello della partita. Il Catania in tutti i primi 45 minuti cerca di mantenere la difesa alta per bloccare alla fonte la manovra rossonera, ma nonostante la frizzante partenza dei rossoneri, ben presto si adegua al ritmo pacato del Milan. Mancano i tempi di Pirlo, le sue verticalizzazioni, i suoi cambi di gioco e a risentirne è la tanto decantata fase offensiva in cui a funzionare sono solo Borriello, sempre pronto a scalare in difesa con successo, e Ronaldinho, che regala numeri incredibili, ma purtroppo fine a se stessi. Pato invece non incide: avulso dalla manovra come è già successo con il Marsiglia. E' il Milan statico che non piace a Leonardo che cerca il gol con conslusione dalla distanza. Il Catania ha il pregio di coprire bene, diretto da un Carboni irresistibile: autentico direttore d'orchestra della squadra di casa. Ma non bastano le magie di Dinho; nemmeno i recuperi di Ambrosini, tantomeno le flebili intuizioni di Mascara. Catania-Milan sprofonda nella noia.
Niente di nuovo — E si riparte con lo stesso ritmo nella ripresa, anche se il Catania cerca di sorprendere un Milan poco tonico. I rossoneri cercano di far valere classe ed esperienza ma senza mai creare problemi ad Andujar. Insomma, catanesi prudenti oltre ogni misura, perché il Milan non sembra in serata di grazia. Primi cambi: nel Catania Izco per Llama, tra i rossoneri Antonini per Zambrotta. La sostituzione fa bene ai siciliani che provano ad alzare il ritmo e ad aumentare il pressing. Nulla di trascendentale, anche se al 25' Spolli si ruitriova una palla da trasformare uin oro: la deviaione di testa è troppo debole. Al 29' Inzaghi prende il posto di Borriello, con il compito di creare più profondità. Poco o nulla. Così nella medicorità ad alzare il tasso qualitatvo ci prova Huntelaar che rileva Flamini. Ecco quindi una sorta di 4-2-4, in realtà poco credibile e con il fiatone. Atzori lancia invece Potenza al posto di Mascara per rinforzare la difesa. Ma il vento gira quando meno te lo aspetti. Al 93' Inzaghi appoggia al limite per l'olandesino che di sinistro batte Andujar, beffato un minuto dopo da uno splendido pallonetto ancora dell'orange. L'oggetto misterioso si è tolto finalmente la maschera.
Gaetano De Stefano