Per esempio, per oltre un'ora il giovane Lazzari, sistemato da Allegri in posizione strategica tra le due linee milaniste, mette a ferro e fuoco la metà-campo rossonera senza che si alzi qualcuno, dalla panchina e dintorni, a suggerire un rimedio. Nemmeno gli interventi successivi di Abate e Strasser rendono più robusta la trincea. A questo proposito è bene parlar chiaro: il Milan non può fare a meno di Gattuso. Ma chi lo prende Lazzari, si chiedono in tribuna-stampa Castagner e cronisti di pelo antico? Nessuno, perché il Milan, ecco la spiegazione, è consapevole dei rischi corsi eppure non intende certo azzerarli con correzioni all'italiana. No. Vuole trasformare i suoi difetti in pregi prendendosi carico degli squilibri. Forse perché se non è possibile vincere il torneo, nelle mani dell'Inter, almeno si può lusingare il popolo rossonero con il luna park, secondo la vocazione più autentica del suo patron. Ma sotto voce Allegri può anche lamentarsi per qualche episodio di segno contrario.
Franco Ordine - Il Giornale