Solo il calcio può regalare un ribaltone così clamoroso e così veloce. Se riportiamo indietro le lancette della stagione e le fissiamo nella notte del Bernabeu, beh dobbiamo riconoscere che Nelson Dida, portiere brasiliano senza lode e con molta infamia, ha avuto il merito di capovolgere il mondo suo e di noi tutti. É successo questo, per riepilogare: ha commesso una super-papera che ha mandato il Real in vantaggio, ha poi parzialmente rimediato, ha salvato la pelle ma riacceso attorno alle sue perfomances un dibattito aspro, dai toni crudeli. Sugli schermi di milanchannel è addirittura partito un referendum per rimpatriare, al pari di un extra-comunitario senza permesso di soggiorno, il brasiliano.
Molte le adesioni, nessun difensore, d'ufficio o non, ha avuto il coraggio di sfidare l'onda lunga della critica e si è alzato per mettere al riparo il portiere dalle censure. Dida ha avuto un merito, straordinario, che è patrimonio personale: è riuscito a non sprofondare perchè ogni errore, quindi ogni rilievo critico, gli scivola addosso senza provocare traumi, contraccolpi. Un altro calciatore, uno qualunque, sarebbe fuggito con l'aiuto delle tenebre e non sarebbe più tornato a Milanello, non si sarebbe fatto più vedere dalle parti di San Siro, avrebbe cambiato identità oltre che paese e magari anche sport, dandosi alla pallavolo che pure deve avere nelle sue corde. Dida, invece, no. Dida è rimasto di sale, ha ricevuto qualche pacca sulle spalle, è tornato ad allenarsi ed è riuscito, nel giro di qualche settimana, a trasformare una disgrazia in una fortuna.
A Verona e poi a Napoli, Dida è tornato ,miracolosamente, quello che per due anni, forse anche tre, è stato considerato a Milanello e nel calcio italiano. Cioè un portiere di grande affidamento. A questo punto, nessuno è in grado di mettere in discussione le scelte di Leonardo e persino Storari, che pure gli aveva tolto il posto a inizio di stagione, ha già dovuto accettare la retrocessione. Recuperato dopo l'insulto muscolare, infatti, è destinato alla panchina nella partita col Cagliari e non certo per prevenzione ma solo perchè Dida, attualmente, è fuori discussione. Lo stesso percorso si avvia a compiere Christian Abbiati, che era indiscutibilmente il numero uno della terna, ma che ha dovuto farsi da parte a causa del noto incidente al ginocchio (a Siena nello scorso campionato).
Abbiati non è ancora pronto, ha messo qualche chilo in più sulla bilancia, non ha recuperato perfettamente sul piano fisico nè ripreso le misure della porta, particolare decisivo per un portiere (un conto sono gli allenamenti, un conto la partita, l'occhio, l'intesa con i compagni di reparto, i tempi delle uscite, etc.). Di qui la decisione del Milan di tenerlo ancora sotto vuoto spinto per completare la rieducazione prima di schierarlo in porta. A fare qualche calcolo, si potrebbe ipotizzare metà dicembre addirittura. «Gli faremo giocare qualche amichevole» ha spiegato Leonardo che ha messo nel preventivo l'opportunità di mandarlo a giocare in primavera.
Meno facile la gestione degli altri due casi, Inzaghi e Gattuso.. Pippo freme ma non spreca occasione per ricordare la sua fedeltà alla causa rossonera. E infatti è possibile che venga utilizzato mercoledì sera, nella Champions, il suo habitat naturale, contro il Marsiglia dando a Borriello un turno di riposo. Più complicato l'affare Gattuso che può tornare a disposizione tra Marsiglia e Catania, più Catania che Marsiglia ma nel frattempo continua a pensare di non riscuotere il credito meritato presso l'allenatore brasiliano.
Franco Ordine - Il Giornale