Vincono 4 delle prime 5 così cambia solo il quinto posto a danno della Fiorentina. La Juve tiene la distanza dall’Inter ma sembra non saper ancora come gestire Del Piero. Quando finalmente entra, Ferrara cambia la squadra, imposta un 4-4-2 puro e allarga Diego sulla sinistra. Cioè un non senso. Diego sulla fascia spegne la fantasia della Juve e la continuità delle idee che fino ad allora c’erano state. Erano mancate le conclusioni, ma non la voglia di giocare. Desta curiosità la scelta tecnica di Ferrara che appunto cambia tutto per far entrare Del Piero. Il rendimento del vecchio capitano giustifica questa prudenza. Del Piero non c’è, è fragile e pesante come è giusto che sia adesso. La lentezza del suo recupero fa pensare non sia estranea l’età. È possibile che Ferrara non consideri strutturalmente più adatto Del Piero a fare il gioco di Giovinco nel 4-2-3-1 ormai abituale. Questo significherebbe in assoluto una convivenza problematica tra Del Piero e Diego, essendo chiaro che il brasiliano non può giocare a lungo sulla fascia. Vedremo. Resta intanto da constatare l’ottimo rientro di Sissoko accanto al quale appare eccessivo lo stesso Felipe Melo, ieri particolarmente distratto.
È tempo invece di riparlare seriamente di Ronaldinho. Non sembra più tonico, non interviene nel gioco più di prima, ma è più felice e più sicuro di quel che deve fare. Gioca nei soliti 10 metri, però si diverte. Più che un giocatore ritrovato sembra un giocatore liberato. Credo sia questo soprattutto il merito di Leonardo. Ha restituito giovinezza a una squadra vecchia di anni e di cuore. È così diverso il disegno, così basato sempre sulla dose estrema, o tutto o niente, che la squadra si diverte a scommettere. È un calcio diverso, volutamente sbagliato, spinto fino alle estreme conseguenze per cercare di ribaltare i canoni normali. Ma anche questo Milan che vince e frastorna gli ultimi 20 anni di calcio, in 6 grandi partite non ha recuperato un solo punto all’Inter. E allora?
Corriere della Sera - Calciomercato.com