Il difensore applaude Leonardo: «Si può vincere lo scudetto anche con un modulo così offensivo».
Thiago Silva «Questo Milan diverte anche me, ma prendere troppi gol non mi piace».
Dotato di eccellenti mezzi tecnici e fisici, Thiago Silva ha sviluppato anche due caratteristiche fondamentali: l’autostima e l’autocritica. Ha grandissima fiducia in se stesso, non si deprime dopo un errore, ma non è quasi mai pienamente soddisfatto di quello che fa. Quindi è la persona ideale con cui chiacchierare del nuovo modulo del Milan.
Thiago Silva, le piace vincere 4-3 con il 4-2-1-3?
«Vincere piace sempre. Quindi va bene anche così».
Però ai difensori non piace prendere troppi gol.
«Infatti contro il Cagliari mi sono arrabbiato. Soprattutto i primi due gol mi hanno infastidito perché dobbiamo stare attenti sui cross».
Visto da dietro, il nuovo modulo è così bello come dicono gli attaccanti?
«Siamo la squadra più brasiliana d’Europa. Anzi, nemmeno in Brasile ho mai giocato con un modulo simile. E’ un po’ più faticoso, però anche per i difensori è divertente perché non basta affidarsi all’organizzazione di gioco. Bisogna saper gestire l’emergenza, le ripartenze avversarie, decidere quando accorciare verso i centrocampisti o quando retrocedere verso il portiere. E mi piace molto che vadano tutti all’attacco perché hanno fiducia in me e Nesta».
Ecco, Nesta ha detto: "Thiago Silva mi allunga la vita". E’ stata un’intesa naturale?
«Sandro è grandissimo. Spero che giochi a lungo con me perché ci troviamo benissimo. La coppia funziona per la disponibilità reciproca. Ognuno fa il proprio lavoro e aiuta il compagno. E ci guidiamo a vicenda».
La squadra, però, a volte è spaccata in due. E’ un caso se il Milandatempo soffre gli inserimenti del trequartista avversario?
«Probabilmente sì. Però è vero che la fase di non possesso palla non la curiamo tutti perché con questo modulo è difficile per le punte tornare indietro».
In Italia di solito vince il campionato chipren de menogol. Volete inseguire lo scudetto attraverso un’altra strada?
«Sì, possiamo vincere in modo diverso: con un gioco spettacolare, offensivo, che conceda qualcosa agli altri ma ci faccia segnare molto. L’Inter subisce poco perché attacca con meno uomini».