Su Sky Sport 1 speciale "2009, Viaggio nella Serie A", reportage per raccontare lo stato di salute attuale del calcio italiano attraverso le testimonianze di alcuni dei personaggi più rappresentativi.
Intervista all'Amministratore Delegato del Milan Adriano Galliani.
In questo momento qual è lo stato di salute del calcio italiano?
I ricavi dei club sono di tre nature: diritti tv, sponsorizzazioni e biglietti. Bene per quanto riguarda i diritti tv, meglio per le sponsorizzazioni, malissimo per i ticket stadio.
Sulla scarsa affluenza di pubblico negli stadi italiani. La Germania ha risolto il problema con la costruzione di nuovi stadi?
Sì, non solo i tedeschi, ma anche gli inglesi, i francesi e gli spagnoli. Non è possibile andare negli stadi italiani. Sono i più vecchi, i più scomodi, si vede male. Se non riusciremo a rifare gli stadi, perderemo la testa del calcio europeo. Il problema del calcio italiano sono proprio gli stadi, perché si nota che negli stadi più vecchi e più brutti c’è un calo superiore agli altri.
I 68 milioni della cessione di Kakà sono serviti al Milan per mettere a posto i conti. E’ cambiata la strategia?
Sì, ed è una politica che stanno seguendo quasi tutti. Dobbiamo tendere al pareggio di bilancio. Il Milan è gestito da Silvio Berlusconi da oltre 23 anni e tendenzialmente si prova a vedere se il calcio, come in tutti gli altri paesi d’Europa, può vivere con i propri ricavi e non con i soldi di un azionista mecenate che il giorno in cui dovesse stancarsi, creerebbe grandi problemi al proprio club. In Italia c’è la munificenza dei Presidenti e degli azionisti che ogni anno mettono centinaia e centinaia di milioni di euro per ripianare i bilanci.
Sul problema del falso merchandising in Italia
La risposta è facile. Milano è la capitale mondiale della moda. Se giri la sera, fuori dai negozi delle grandi griffes, si trovano i falsi. Questo vale anche per l’abbigliamento di tipo sportivo. E’ un fenomeno che ci danneggia e che va perseguito per legge. Noi abbiamo tanti problemi nel nostro paese di cui anche il calcio risente.
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