clicca qui

venerdì 13 novembre 2009

Rivera: "Vedo Inter e Milan in finale"

Rivera: "Nazionale? Il bis è possibile"

Rivera e Mazzola

Gianni Rivera dice Italia. In Champions League e ai Mondiali. "Inter e Milan sono le due favorite per arrivare alla finale di Madrid. Ma occhio alla Juve al completo", ha spiegato a Maurizio Mosca. Gli azzurri di Lippi possono fare il bis: "Bisogna vedere come arriveranno al momento della verità". Sul caso Cassano: "Potenzialmente non ha rivali, ma deve stare attento a non finire col dare ragione a Lippi con gli scatti degli ultimi tempi".

Gianni Rivera

Rivera, il suo Milan è in fase di rilancio. Può reggere così?
"Il Milan ha bisogno solo della continuità sul piano delle forza fisica, ora che ha sistemato la difesa con Nesta. Per il resto ha le qualità di fare bene con chiunque. Soffre magari a centrocampo, ma se Pirlo regge al massimo livello il problema non esiste".

E Ronaldinho?
"Per me - sano e in forze - non ha rivali al mondo. E' indispensabile al Milan. Come Pato, un razzo quando parte, ma i lanci di Ronnie sono preziosi. I rossoneri sono la squadra che sa giocare meglio".

Finora le nostre grandi hanno dimostrato che possono imporsi in Europa?
"Certo. L'Inter sta vincendo il complesso della Champions. Ha carattere e una "rosa" imponente. Ora Moratti l'ha costruita quasi perfetta. A Kiev, nel finale, è stata splendida. Vedo un anno positivo per noi. Anzi, Milan e Inter, per ora, sono le due favorite".

E la Juve?
"E' sul loro piano sotto l'aspetto della grinta, del non mollare mai. E ora ritrova Del Piero, sempre un genio".

Cosa succede al Real, eliminato tra l'altro dalla Coppa del Re?
"Va male, non me l'aspettavo. Sì, ora gli manca Ronaldo, ha un allenatore discusso, non ha gioco. Ma occhio, c'è tempo per crescere. E l'obiettivo della finale che si gioca a Madrid può esaltarlo. Sì, può arrivarci, ma sempre contro un'italiana".

Dopo le nostre, su chi punta?
"Il Chelsea, pericolosissimo. Ha la miglior difesa inglese, poi ha un certo Ancelotti, Drogba, Terry e Lampard. Terribili.

Il Barcellona guida il campionato spagnolo...
"Sì, ma non è continuo. Perde stranamente partite da vincere. Forse debbono integrarsi Ibra e Messi".

Lei ha detto che Milan e Inter sono le due favorite. Fino a che punto?
"Sino alla fine. Occhio però: la Juve al completo può esplodere ed è pronta a inserirsi in alto, come il Manchester, anche se ha perso Ronaldo. Non credo nel Liverpool, che è quasi fuori, coi migliori acciaccati, in campionato è 7° a -11 dal Chelsea. Troppo".

Azzardi una sorpresa...
"Beh, dico Fiorentina e Siviglia. Ma non so fino a dove".

Veniamo a noi: scudetto all'Inter?
"E' possibile, non sicuro. Credevo di più nella Roma".

Nazionale: da bis mondiale?
"Per ora è una via di mezzo tra le partite così così che ha giocato e quella "mondiale". Bisogna vedere da che parte penderà al momento della verità".

Cassano: cosa pensa del tormentone con Lippi?
"Sinceramente c'è qualcosa che sfugge a tutti. Potenzialmente non ha rivali, ma deve stare attento a non finire col dare ragione a Lippi con le polemiche e gli scatti degli ultimi tempi".

La vicenda Cassano le ricorda dei suoi momenti difficili con la Nazionale?
"E' diverso. La mia era una questione ambientale. Allora c'era una stampa che contava pesantemente. E una federazione condizionabile. Si andava contro un muro".

Si riferisce al caos messicano?
"Ai Mondiali del '70 per me era tutta una battaglia. Io davo fastidio perché dicevo sempre quello che pensavo. E nella finale col Brasile mi tagliarono le gambe. Abolirono pure la staffetta con Mazzola preordinata da Valcareggi. Evidentemente quel mio gol del 4-3 aveva scatenato gelosie e invidie".

Ma chi non la volle col Brasile?
"Sempre quella stampa che faceva le formazioni ed era legata all'Inter. L'artefice di tutto fu Gualtiero Zanetti, allora potente direttore della Gazzetta dello Sport. Mi ha scartato la politica federale condizionata dai giornali. Resta il fatto che io e Mazzola potevamo benissimo giocare insieme".

Maurizio Mosca

VENT'ANNI IN ROSSONERO
Gianni Rivera è nato a Valle San Bartolomeo (Alessandria) il 18 agosto 1942. Dopo due anni all'Alessandria passò al Milan nel 1960 dove giocò fino al 1979, quando si ritirò a 36 anni, disputando 501 partite e segnando 122 gol.

In carriera ha vinto 3 scudetti (l'ultimo quello della stella), 2 Coppa dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale, 2 Coppa delle Coppe, 4 Coppa Italia, un campionato europeo ('68) ed è stato vicecampione del mondo nel '70 in Messico. Ha giocato 60 partite in Nazionale con 14 gol. E' stato una volta capocannoniere nel '73 e Pallone d'Oro nel '69. Ha disputato 4 Mondiali.

13 novembre 2009 - Sportmediaset